martedì 15 marzo 2011

Timeless

"Uff ma quanto ci mette?" penso mentre l'autobus percorre i viali per tornare a casa. E' tutto un andirivieni continuo di persone che per qualche fermata condividono un tempo ed uno spazio comune. Poi ognuno per la sua strada. Lei è lì, seduta comodamente; si lascia cullare dalle curve e dalle buche della strada. Ha una felpa nera con un cappuccio che le copre la testa, riesco solo ad intravedere una ciocca di capelli del colore del miele ed il filo delle cuffie dell'immancabile I Pod. Le sue dita danzano a tempo di musica, molto probabilmente classica. Ed ecco, lo vedo: davanti a Lei compare un pianoforte nero che la invita a suonarlo. Come fare a resistere. Così vengo rapita da questa immagine, e per un momento perdo la cognizione del tempo.

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